2019.10.07 – Argomento
Preso da un profondo senso di angoscia e solitudine, solo per la sola accidia animale, senza necessità di
ripercussione sociale, ti interroghi su come potrebbero essere descritte le imposte che trattengono fuori il
giorno… male. Anche se lasciano passare qualche determinazione, qualunque immagine di un esterno che
possa tirarti su di morale.
Bella l’idea, ma la descrizione è didascalica, fredda e senz’anima; descrive e dirige incosciente, – ben più di
quello che ti imponi nell’intenzione di pubblicare.
Una situazione statunitense di lotte razziali, bavagli di censure e libri bruciati. Woodstock, amore libero e
rock&roll; da San Francisco al fenomeno Avantpop. …No! descrizione comprensibile: più locale.
Una Topolino che va al mare nel secondo dopoguerra, gli studenti in piazza Castello e occupazioni di
protesta; un sobborgo siciliano asfissiato dall’afa e dal caldo, omertosi per definizione. Anni Quaranta,
Cinquanta, Sessanta, Settanta – accolti in un futuro di immediato passato.
Riuscire a trovare un argomento sul quale concentrare la propria attenzione non è facile; soprattutto in
esempio di un mondo andato, perché ottenuto dalla sola retorica e narrativa di chi t’ha ispirato.
Allora novità: si caricano elementi fantastici tornati da un mondo dai più dimenticato, tuttavia ancora vivido
e fermo nell’immaginario.Questo porta a riscrittura e Revisionismo sfrenato, – guarda il caso: ancora
questo immanente passato.
Costante rilettura, fino a dissacrante diffamazione: diventa uno sfogo che l’organismo arriva a combattere
con un’irritazione; parte di qualcosa ma comunque isolato, che si estranea e si ritrae, che anche se in versi e
foto facili porti un’attenzione a un nuovo mezzo, sùbito comune e sputtanato; perché ogni movimento,
specialmente se in macro, riciancia da l’inchiostro petrolchimco nato dall’uomo che t’ha ispirato.
parole di Domenico Laurenza
scatto di Antonio Ambrosio