ESITARE AD APRIRE UNA PORTA - Emmetag
Lasciare chiuso uno spazio per conservare intatto il suo profumo immaginato. Sostare lì, fermi per ammirare ciò che dietro possa esserci. Non aprire semplicemente perché va bene così, una scelta di pancia o forse di testa. Fotografare porte perché “porta-no”  con sé messaggi svariati, soggettivi. Messaggi di speranza per me.
Ogni porta ha il suo fascino positivo. Ha la bellezza della possibilità, di quel coraggio di chi nonostante tutto vuole provare l’ebbrezza della curiosità, il brivido della scoperta. Molteplici sono gli scatti dedicati, gli “i-stanti” in cui di corsa non ho esitato a soffermarmi e mettere in posa una porta che stava lì ferma a parlare del suo fascino. Porte con occhi, fatte di legno, con bocche e naso. Porte di ferro ed arrugginite, porte rattoppate, porte signore e signorili, porte verso il cielo alla fine di una scale. Ognuna di essa con una storia, ognuna di esse è una storia. All’inizio fu per caso guardarle poi man mano è divenuto un richiamo non forzato,  non voluto, semplicemente incantato. Le porte sono le custodi delle stanze dell’anima, di quegli scompartimenti a volte silenti, ma fatti di una loquacità intima che ci portiamo dentro e queste non fanno altro che proteggerci o pronte ad aprirsi per essere valicate e a condurci verso nuovi confini.
parole e scatti di Antonio Ambrosio