IDENTITA' FLUIDA - Emmetag

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Siamo veramente cosi pigri nell’imparare a capire “hi”story?

Passeggiando tra fotografie, e sceneggiature indagheremo il concetto di fluidità del corpo, di transgender e di identità storica.

Le società contemperane sono definite da una sempre più estesa eterogeneità sessuale che mette in discussione la rigida divisione maschile e femminile.

Ma è ancora possibile l’avvento di un processo della conoscenza, dove le immagini si separano dalle cose, le persone dalle cose stesse, in una visione di un processo di decostruzione, applicando la teoria del genere performativo di Judith Butler.

J.Butler parte della premessa che le categorie di sesso e genere sono una costruzione culturale prodotta dalla ripetizione di atti performativi del tempo e che il genere non è un fatto o un’essenza, ma un insieme di azioni che produce l’effetto.

Secondo Butler i corpi non sono spazialità fondate ma mutano nel tempo, invecchiano cambiano forma a seconda delle loro reti di interazioni.

In un ricerca iconografica il lavoro di RenHang, fotografo Cinese, si avvicina alla teoria del travestimento di J.Butler.

Il suo lavoro è caratterizzato da uno stile semplice, diretto e naturale, in cui la metafora poetica e la follia sono strumenti capaci di mettere in discussione i valori tradizionali e i significati del corpo.

L’artista non parla tanto di sessualità, quanto di libertà. Le sue foto sono piene di vita, soggetti colorati e appariscenti, attraverso un approccio cromatico, la presenza del rosso, i colori aciduli.

Anche in un teatro anti-Naturalistico come quello di Annibale Ruccello possiamo riscontare il forte impulso a creare un nuovo lessico, attraverso una perdita di identità: piscologica linguistica e sessuale dirottante la crudeltà del presente nel desiderio di un bene comune. La sua lingua una lingua “afasica” ci porta costantemente alla atto performativo del corpo, attraverso testi e linguaggi arcaici e ibridi.

parole di Maria Vastola

scatti tratti dal web