IL 22 MARZO ESCE “ISOLA” - CONOSCIAMO ERBE OFFICINALI

“È vero scrivo solo d’amore non so fare altro” questo il ritornello di “Isola” il nuovo singolo, uscito il 22 marzo scorso di Erbe Officinali, gruppo di Terracina che da un paio d’anni ha iniziato a farsi strada nel panorama indipendente italiano. Oggi, ai microfoni di EMMETAG, i due fondatori della band, Riccardo Fabris (chitarra acustica e voce) e Daniel Riggione (chitarra elettrica e voce).

Partiamo da quest’ultimo lavoro “Isola”, come è nata la canzone e cosa ci racconta?

Riccardo: “La canzone nasce dalla mia strofa (la prima) e come spesso accade Daniel è riuscito a completarmi, questa è anche una delle nostre peculiarità. Per quanto mi riguarda, la strofa è nata di getto, scrivere canzoni per me è naturale, da immagini che vivi, come nel caso dei pantaloni di velluto lasciati dalla mia fidanzata sul letto, ho provato ad immaginare cosa le avrei detto in caso di rottura, tramite una canzone. Da qui la strofa, immagini evocative che vogliono richiamare dei sentimenti”.

Daniel: “La canzone parla dell’amore, un amore non finito bene, dal sapore amaro, che finisce con qualcuno che va via. Per la mia strofa, la seconda, più parlata rispetto alla prima più melodica, ho cercato di dipingere attraverso immagini lampanti e semplici degli avvenimenti in realtà pesanti per chi li subisce. Un esempio la frase “tu sei il mio panda ed io il tuo WWF”, in apparenza una frase molto leggera che rivela un senso più profondo nell’analisi dell’importantissimo lavoro che svolge il WWF. Sostituendo le persone con i due soggetti, dichiararsi il WWF di qualcuno vuol dire dedicarvisi interamente, una frase intensa nascosta da una parvenza di leggerezza”.

Vorrei prendere uno stralcio del ritornello, “scrivo solo d’amore non so fare altro”, questa frase che si presta a diverse interpretazioni, vuole dare sfogo ad un’esigenza comunicativa di chi scrive oppure nasce da considerazioni sui vostri lavori precedenti?

Daniel: “E’ un’esigenza comunicativa, noi scriviamo d’amore perché ci viene da scrivere d’amore, cerchiamo sempre di essere naturali nella scrittura dei pezzi per far arrivare un qualcosa che sia genuino”.

Riccardo ha parlato di stile per immagini, stile che ritroviamo in larga misura in altri autori del momento, ecco in aggiunta allo stile di scrittura, cosa caratterizza “Erbe Officinali” e come va a collocarsi il vostro gruppo nel panorama indipendente italiano?

Daniel:” Sicuramente ci caratterizza l’essere non costruiti, le nostre canzoni arrivano direttamente dalle nostre camerette all’ascoltatore finale e in ogni canzone, ci sono spesso due o tre canzoni perché ci sono più vite dentro. Noi non abbiamo pretesa di essere diversi, ma semplicemente di dire la nostra, emozionarci e possibilmente emozionare chi ascolta”.

È molto interessante sentir parlare di “più vite in una sola canzone”, un inconsapevole rimando a quella validità universale che solo la musica riesce ad avere, ma come nasce quest’unione, qual è la storia di Erbe officinali?

Daniel: “Il progetto nasce al tavolino di un bar, in occasione della laurea di mio cugino, amico di Riccardo. Prima ci conoscevamo solo di vista, quel giorno per caso abbiamo scoperto di avere in comune la passione per lo scrivere, in più io suonavo la chitarra, allora abbiamo deciso, così su due piedi di far nascere questo progetto. Dai primi incontri in taverna, con due chitarre e fogli pieni di testi, siamo arrivati ad oggi”.

Si può dire che vi siate trovati insomma, dunque al netto del tempo passato dal primo incontro qual è la crescita artistica e personale che ritenete di aver avuto?

Daniel: “Per quanto riguarda il punto di vista artistico, la crescita è rappresentata dall’aver affinato le modalità di scrittura sia a livello di testi che di accompagnamento. A tal proposito, per quanto concerne l’aspetto compositivo musicale ci tengo a nominare Tiziano Tornesi (tastierista), il quale si occupa degli arrangiamenti svolgendo un lavoro massiccio. Inoltre è importante citare Antonio Cicci che produce i nostri brani, fin dal primo singolo con il quale abbiamo vinto il contest che ci ha permesso di suonare live prima di Roberto Angelini e Pier Cortese”.

Riccardo: “La crescita artistica è avvenuta parallelamente alla crescita personale, siamo una band giovane, non suoniamo insieme da molto. Essendo noi autodidatti, suonando, sperimentando e andando alla ricerca di qualcosa che ci assomigliasse, siamo arrivati ad un cambio di sonorità tra il primo disco e i nuovi singoli. Cambiano gli ascolti, il background, si approda ad una sonorità più vicina ai nostri gusti”.

Riccardo ha parlato di sonorità e background, ecco vorrei che riprendeste in poche parole chiave quello che era in questi termini il primo disco e quali invece sono le prospettive future.

Riccardo:” Il primo disco (Sospesi) è un disco classico, ispirato ad un certo tipo di cantautorato soprattutto italiano, ma anche americano e ad un tipo di folk con sonorità legate ad un modo di suonare più acustico, con la classica formazione della band pop rock. Il cambio di sonorità nei nuovi singoli vede un avvicinarsi al nuovo cantautorato italiano, il famoso indie/itpop, sonorità elettroniche più ricercate, sintetizzatori etc. … il nostro modo di fare musica tra ispirazione dal passato ma anche dalle cose nuove, in un genere estremamente trasversale”.

Per il futuro “Erbe Officinali” sta componendo nuova musica per i suoi ascoltatori, è inoltre da poco uscito il particolarissimo video di “Isola”, molto indie per chi mastica ironicamente questo termine. Questa domenica hanno suonato a Roma, nella cornice interessantissima di “Spaghetti Unplugged”, salotto dove artisti emergenti incontrano star della canzone. Ai saluti, Riccardo e Daniel non dimenticano di ringraziare gli altri membri della band: Alessandro Annarelli (bassista) e Elia Scandozza (batterista) che accompagnano la band sin dagli albori del progetto.

Parole di Ivana Rizzo

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