Prendi, una sera, un vino d’eccellenza.
E’ figlio dell’idea che l’uva più buona è ancora da raccogliere, un mantra che la dice lunga sulle aspettative di famiglia. Eredita l’entusiasmo degli anni sessanta, il sacrificio di instancabili braccia contadine che innescano il miracolo: la nascita di un brand internazionale e la prova che investire in tradizione premia il Sud Italia che non cede al rischio di rinnegarsi.
Porta, allora, un angolo di San Marzano a due passi dal mare che bagna Napoli, tra le geometriche cornici di Palazzo Donn'Anna: è l’occasione per presentare un delicato blend di Chardonnay e uve autoctone, “Edda”, cifra della filosofia delle Cantine del Salento. Ha l’esperienza del presidente, Francesco Cavallo, e la freschezza delle nuove generazioni di casa San Marzano.
Edda è l’omaggio alla donna meridionale, al piglio deciso e alla bellezza. Manifesta al palato la dolcezza raffinata del tempo che fu, l’affermazione della radice dialettale nelle etichette ideate per andare.
Si accompagna al braccio di Lino Scarallo, stella Michelin, con un pairing studiato per esaltare il sapore della Puglia con la sapienza della gastronomia partenopea.
Mozzarella e gamberetto, seppia affumicata, caviale e patate; poi guancia di maialino, olio e tartufo e, ancora, tagliolini, calamari e lime e tacos di braciola. Fanno spazio a calici in successione, in una parabola di gradazione: Tramari, rosè di primitivo Salento IGP (2017), Edda, Bianco Salento IGP (2015, 2016, 2017), Sessantanni primitivo di Manduria (2015) e 11Filari, primitivo di Manduria passito.
La partita tra Puglia e Campania si gioca nella stessa metà campo, nel sapore di un successo condiviso.
Così, una sera, Napoli regala l’immagine di sodalizi meridionali inesplorati, lo scenario della sinergia territoriale d’eccellenza. Di vini salentini e piatti campani. E, complici le suggestioni visive, aiuta a immaginare quale volto possa avere Edda.
di Emilia Volpe
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