Hai parlato del tuo disco, quale storia raccontano i brani contenuti al suo interno e quali tra questi senti di più?
“Funambolo” è un racconto, quasi cronologico, della mia vita. Contiene la storia della mia famiglia, i momenti felici, le relazioni fallite, uno sfratto che mi ha segnato, le persone che ho perso, i nonni con i quali sono cresciuto e tuttora vivo. Per essere precisi “funambolo” descrive il momento preciso in cui ci si trova a dover fare una scelta. Per me ogni scelta è un punto di partenza. Dover scegliere significa restare sospesi da un punto “A” ad un punto “B”, si sperimenta la paura di sbagliare, la paura di restare soli, di essere criticati. Il funambolo è la personificazione di questa posizione precaria.
Quali sento di più?! Non sento più nulla di quel disco, ora lo suono! Ho passato un anno intero in studio per produrlo e registrarlo, sei anni a scriverlo ed ora me ne sono “liberato”, appartiene al bagaglio della mia memoria. Detto ciò, sono legatissimo ad ogni traccia, “i fiori son scontati” è forse il brano a cui tengo di più, racconta, senza giri di parole, il ricordo più forte di tutta la mia vita nella casa dei miei nonni.
Andando più nello specifico, come nasce una canzone di TAVO, qual è la tua maggiore fonte di ispirazione?
Non c’è una ricetta che funziona sempre e non ho un metodo efficace al cento per cento nella stesura di una canzone. Molte volte scrivo brevi strofe o giri di accordi che restano lì settimane a volte mesi, quando ad un certo punto mi ritrovo con pagine e pagine di parole. Li mi rendo conto che molte di queste frasi parlano della stessa cosa e allora faccio una specie di “collage”. Altre volte riesco a scrivere una canzone intera in una giornata, è raro, ma è successo. Ho sicuramente bisogno di tranquillità per mettere la testa sopra un foglio, ecco perché di notte non dormo mai! Non mi pongo limiti sugli argomenti da trattare, ecco perché l’ispirazione, per me può arrivare da tutto.
Quali sono le tue influenze musicali e, se ce n'è uno, il genere nel quale ti collochi?
Ho veramente ascoltato e ascolto di tutto! Ho studiato jazz al conservatorio, da ragazzino ho ascoltato il rock, il punk, ora ascolto musica elettronica, trap, deep house, indie, folk... Che sia Italiana o internazionale, poco importa, la musica bella è bella. L’unico genere che ha sempre dominato le mie playlist, dal mio primo Mp3 a spotify oggi, è senz’altro il pop. Ed è proprio nel pop che mi collocherei anche se voglio sentirmi libero di fare il genere che mi pare. Se la gente mi vuole inserire, nell’indie, nel punk, nel rock o nel pop è libera di farlo, non lavoro in funzione della categoria che mi viene assegnata. Se ascolti il disco e ti piace io sono felicissimo il resto è tutto secondario!