THE SOUND OF SILENCE

“People talking without speaking,
people hearing without listening,
people writing songs that voices never share.
No one dared disturb

the sound of silence”.

Attraversi i vicoletti pullulanti di vita e le vie tortuose del borgo di Licusati, nell'entroterra cilentano; sali lungo i pendii con il fiato corto, finchè non ti ritrovi in cima alla collina che sovrasta il centro abitato. Qui, lontano dal vocìo di ragazzi entusiasti, delle risate allegre delle donne, dalle bocche sdentate e increspate in un sorriso dei più anziani, sei circondato dalla quiete: quest'altura è uno dei rari luoghi dove il silenzio diviene percepibile e prepara la parola imbevuta di senso. Ti addentri negli alberi con le chiome che tessono un ricamo in alto, lì dove il cielo e il tramonto disegnano uno arazzo, i cui colori e sfumature variano impercettibilmente di minuto in minuto, regalando un quadro sempre nuovo. Sei rapita da tanta bellezza, la accogli e la consapevolezza cresce in te: il silenzio, nel quale sei immersa, non è muto, anzi la sua eloquenza riecheggia, in maniera martellante, nelle tue orecchie. La voce del silenzio cresce, sempre più forte: sei quasi stordita. Presti più attenzione: non è solo una voce, è suono di cui tenti di carpirne i segreti.

Intanto il sole ha lasciato spazio alla luna e il cielo si tinge di lilla. Tu, però, chiudi gli occhi e continui a concentrarti sul suono del silenzio. Di che natura è? Cosa cerca di comunicarti? Forse, ciò che senti è solo una nota di una polifonia, ma basta a scuoterti, a consentire una rinascita. Riapri gli occhi, ti guardi intorno e tutto diviene chiaro. Questo suono non ricorda l'evasione o la solitudine di chi si chiude ermeticamente in sé. È, al contrario, l'intuizione di dover entrare empaticamente in contatto con l'altro, con quella natura che ti circonda e con la quale sei in simbiosi, in un mutuo rapporto di cura. Passano i minuti e a compromettere questo suono formidabile e la magia della notte che cala non sono le luci fredde e accecanti dei neon, né un un chiacchiericcio vano o lo squallore disgraziato della mancanza, come – invece – hai ascoltato più volte nelle note folk di “The sound of silence”. Qui, a Licusati, l'assenza di rumori agognata e, poi, trovata non si muta in incubo soffocante. È libertà, intesa come possibilità di sfidare il vuoto e dargli un significato, bandendo gli alibi, costruendo il futuro mentre si rimane fedeli al presente. È rispondere alla vocazione di essere uomini e donne che consistono per e in qualcuno, con il quale il suono del silenzio diviene, nella condivisione, polifonia.

parole e scatti di Rosanna Caiazzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *